FACCIOTTI S.n.c.
di Facciotti Luca e Mauro
Via Monte Crocetta, 15
37022 Breonio - Fumane (Verona)
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Lo sfruttamento dei materiali lapidei
con la produzione tipica
della Pietra della Lessinia (nota
anche come “Pietra di Prun”, “lastame”,
“calcare lastrolare”) risale con certezza
alla protostoria.
Secondo alcuni studiosi, l’estrazione
della Pietra della Lessinia, a causa
delle sue particolari caratteristiche
geogiacimentologiche, iniziò prima di
quella di altre rocce calcaree, intorno
all'età del ferro ed ebbe una
larghissima diffusione nella
costruzione dei villaggi fortificati sulle
alture e nelle case di tipo "retico".
Con l'Età Romana si passò allo
sfruttamento intensivo di cave di altri
materiali che ebbero una diffusione
così estesa da offuscare, sul piano
commerciale, la produzione della Pietra
della Lessinia.
Nel trecento, con l'intensificarsi dei
traffici e dei commerci, il mercato della
Pietra della Lessinia conobbe una
decisa crescita che si mantenne anche
per i secoli successivi.
Nel centro storico di Verona,
infatti, si rinvengono tuttora
numerose testimonianze in cui
è riconoscibile un utilizzo
diffuso della Pietra della
Lessinia:
Piazza delle Erbe ne è un tipico
esempio.
Attualmente grazie allo sviluppo
tecnologico e delle vie di
comunicazione la diffusione della Pietra
della Lessinia è notevolmente
aumentato.
L'attività estrattiva concernente la Pietra
della Lessinia si è sviluppata nel
passato nell'area dell'attuale
insediamento urbanizzato di Prun nel
comune di Negrar (da cui
originariamente ha preso il nome).
L'attuale bacino estrattivo si sviluppa
nei territori dei Comuni di Fumane e di
Sant'Anna d'Alfaedo, nell'altopiano dei
Medi Lessini Veronesi.
A causa del considerevole quantitativo
di materiale di copertura non
commerciabile normalmente
sovrapposto alla bancata produttiva,
nei tempi passati le cave venivano
sviluppate in sotterraneo, realizzando
un’estrazione per camere e pilastri.
Infatti un’eventuale rimozione della
roccia di copertura a braccia avrebbe
richiesto un enorme dispendio di
energie e costi limitando fortemente i
possibili guadagni ottenuti
dall’estrazione.
Inoltre, vista la posizione geografica
con inverni precoci e lunghi e
temperature molto rigide, le cave in
sotterraneo permettevano un sicuro
riparo dagli agenti atmosferici.
Negli ultimi anni, con la rapidissima
evoluzione dei mezzi d'opera, si è
passati alla coltivazione delle cave a
cielo aperto.
Gli strati commerciabili vengono esposti
a cielo aperto, previa rimozione del
cosiddetto "cappellaccio" (bancata di
roccia tra la sommità del terreno e gli
strati utili).
Tali livelli argillosi costituiscono
superfici di discontinuità nell'ammasso
roccioso e permettono in generale una
relativamente agevole separazione dei
diversi strati.
Talvolta i livelli argillosi presentano
delle lacune locali che determinano una
difficoltosa separazione degli strati con
frequenti rotture delle lastre.
Molto spesso si rinvengono,
all'interno degli strati, numerosi resti
di fossili di animali risalenti ad ere
diverse, tanto da costruire un locale
museo (in Sant'Anna d'Alfaedo) in cui
sono raccolti magnifici esemplari.
La bancata viene così staccata
(manualmente o con l’aiuto di mezzi
meccanici a seconda della situazione)
dal fondo e quindi stoccata per la sua
destinazione.
Particolare attenzione, negli ultimi anni,
è rivolta alla problematica inerente alla
ricomposizione ambientale dei siti
estrattivi ad esaurimento del materiale
utile.
Il progetto di estrazione approvato dalle
competenti sedi stabilisce, infatti, i
dettagli volumetrici e i quantitativi di
materiale sterile da utilizzare per il
riempimento a cava esaurita per poter
procedere alla ricomposizione a verde
del sito e ripristinare il suo iniziale
aspetto.
Ma interessanti progetti si stanno
avanzando anche con le varie
Università di architettura e concorsi di
idee per recuperare i vecchi siti
estrattivi a spazi culturali o a percorsi di
presentazione del territorio e della
tradizione della pietra in architettura.
Nei secoli A.C. la Pietra della Lessinia
è stata impiegata sia nel rivestimento
delle pareti delle abitazioni
seminterrate che nella realizzazione di
una serie di terrazzi lastricati,
comunicanti per mezzo di scale.
A causa comunque dell’imponente
sviluppo del limitrofo bacino della
Valpolicella, solo in tempi relativamente
recenti, la Pietra della Lessinia
ha beneficiato di una buona
diffusione sul mercato nazionale ed
internazionale.
Infatti la distanza dai centri di
utilizzazione e smercio e la difficoltà di
accesso ai siti estrattivi hanno a lungo
condizionato lo sviluppo della Pietra
della Lessinia, tenendola in secondo
piano rispetto il più conosciuto marmo
veronese Rosso Verona.
Le bancate produttive vengono così
preparate al taglio verticale dello strato
nelle due direzioni orizzontali
ortogonali, con una profondità adeguata
a raggiungere solo il primo livello,
facendo attenzione a non pregiudicare il
materiale sottostante.
La caratteristica peculiare della Pietra
della Lessinia, infatti, consiste nel fatto
che le bancate utili da cui si estrae la
pietra in lastre, sono formate da una
serie di livelli sovrapposti intervallati da
un sottile strato di materiale argilloso di
colore rossiccio.
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